Vivere “alla grande” con 1.500€ al mese: mito o realtà?
Dalla sopravvivenza spacciata per lusso alla retorica del vivere bene
Una premessa necessaria
Tempo fa realizzai un video (che potete rivedere qui:👇👀
ispirandomi alla domanda di un lettore del blog che mi chiedeva quanti soldi servissero per vivere bene alle Canarie. In quell’occasione spiegai che si tratta di un concetto estremamente soggettivo: per alcuni vivere bene significa agiatezza, possibilità di concedersi viaggi frequenti, lussi, comodità e tempo libero senza dover pensare troppo al portafoglio; per altri, meno esigenti, “vivere alla grande” o “da Dio” – per usare espressioni tipiche del gergo italiano – equivale a una quotidianità più essenziale, con una casa modesta ma serena, un ritmo di vita semplice, poche pretese e la soddisfazione di coprire senza ansia le spese di base.
Il commento da analizzare
Detto questo, veniamo al punto opposto: un commento che afferma che con 1.500 € da single nel Sud Italia si vive “alla grande” e che non c’è bisogno di espatriare. Un’affermazione che merita più di una riflessione: dove esattamente al Sud? In quale contesto di spese, affitti, servizi? Parlare in termini assoluti è fuorviante, perché le condizioni cambiano da città a città, da quartiere a quartiere. Una tesi dunque tutta da dimostrare, che non regge se non si entra nel dettaglio e che qui analizzo più approfonditamente.
Una cifra che non basta per “vivere alla grande”
Dire che con 1.500 € al Sud Italia si vive “alla grande” è un’affermazione che suona bene solo a chi si accontenta delle frasi fatte. In realtà è troppo generica e riduttiva, perché vivere “alla grande” non significa solo pagare affitto e bollette e riuscire a mangiare.
Vuol dire concedersi viaggi, comodità, acquisti senza dover fare i conti a fine mese, libertà di scelta. Con 1.500 €, se devi anche sostenere un affitto, non vivi “alla grande”: al massimo tiri avanti dignitosamente, senza eccessi e senza grosse pretese, e basta un imprevisto – una bolletta più alta, una spesa medica, un guasto all’auto – per mandare in rosso i conti. Questa non è vita agiata: è camminare costantemente sul filo del rasoio, altro che lusso.
La differenza tra sopravvivenza e benessere
Certo, se ti accontenti di poco e per te quello rappresenta “vivere alla grande”, nulla da obiettare. Ma resta una visione estremamente soggettiva, quasi autoreferenziale. La realtà è che con quella cifra puoi semplicemente tirare avanti, senza margini veri, non certo permetterti una vita agiata. Ed è qui che casca l’inganno: si scambia la vita dignitosa con il vero benessere, ci si illude che riuscire a pagare bollette e riempire il frigorifero equivalga a vivere nel lusso. È un gioco di parole che serve solo ad addolcire la pillola della mediocrità economica.
Cosa significa davvero “vivere alla grande”
Perché “vivere alla grande” evoca agio, libertà di scelta, margini economici senza limiti o quasi, per concedersi il lusso. Non si tratta di arrivare a fine mese, ma di sentirsi liberi di progettare, viaggiare, coltivare passioni senza l’ansia di dire “non posso”.
Con 1.500 € al mese, al massimo, puoi coprire le necessità di base: affitto, spesa e poco più. Tutto il resto diventa un compromesso, un rimandare o peggio una rinuncia continua.
Un esempio concreto di “vivere alla grande” è potersi permettere una casa spaziosa in un contesto elegante, senza pensieri di mutuo o affitto, viaggiare più volte l’anno anche oltreoceano in business class, senza dover fare calcoli, uscire regolarmente a cena nei ristoranti migliori o concedersi svaghi costosi senza dover guardare il portafoglio, dedicare tempo e risorse a passioni, hobby e formazione personale come un vero investimento su se stessi. Questo è ben diverso dal limitarsi a sopravvivere con un reddito che basta appena a coprire i bisogni essenziali.
Conclusione
Allora sì, si può vivere dignitosamente, ma chiamarlo “vivere alla grande” è fuorviante. Questo significa un vivere a misura di sopravvivenza, non di reale benessere.
La contraddizione ormai è diventata normalità: arrivare a fine mese o riuscire a coprire i bisogni primari viene spacciato come se fosse “vivere alla grande” o addirittura “da Dio”. Chi sostiene ciò non ha capito niente della vita e accetta una mediocrità che viene travestita da agio, usando male perfino il lessico.
Le parole contano e vanno usate come si deve
Secondo la Treccani, “alla grande” significa «fastosamente, senza risparmio, alla maniera dei gran signori e, con senso più generico, molto bene, splendidamente.
👉https://www.treccani.it/vocabolario/ricerca/alla-grande/
Quindi chi utilizza quell’espressione per indicare una condizione in cui non si può vivere fastosamente e nel lusso sbaglia – e non poco. È un uso improprio che svuota la lingua, distorce il significato originario e normalizza la mediocrità.
Infine Usare questa espressione che separa la normalità dall’agiatezza, alimenta un’illusione che non regge alla prova dei fatti e che confonde le persone su cosa significhi davvero benessere.
✍️ Italiano alle Canarie
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